La Strega was painted between 1647-49, towards the end of Rosa’s sojourn in Florence. Born in Naples, the artist is anachronistically seen as a Romantic icon but it was during his stay in Florence, at the invitation of Cardinal Gian Carlo de’ Medici, from 1640-49 that he established an early reputation for poetic single-figure paintings of poets, philosophers and self-portraits. During this time he was also drawn to the subject of witchcraft, exploring it in writing as well as in paint. His poem entitled La Strega (1645) portrays the dark magic of a sorceress corresponding in many ways to the scene in our canvas. Too big to be hidden behind a curtain, and yet proudly signed with the artist’s initials, the original purpose of our painting is lost to a contemporary audience, as is its early provenance.
Since the late 1640s when this picture was painted, understanding of the social and aesthetic underpinning of such images has completely transformed. Umberto Eco wrote an important study on the aesthetics of ‘ugliness’ in On Ugliness (2007). Partially inspired by that book, the National Gallery mounted an exhibition entitled ‘The Ugly Duchess’ around its own portrait of agrotesque woman by Quentin Massys last year. At the same time, numerous studies of the portrayal of women have explored the ways in which women were idealised or demonised in the sixteenth and seventeenth century. These portrayals continued into the twentieth century and these images include iconic works such as De Kooning’s Women series, and more recent paintings by John Currin and Lisa Yuskavage among others.
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La NICHOLAS HALL è lieta di annunciare il suo ritorno alla XXXIII edizione della Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze (BIAF), a settembre 2024, con la straordinaria presentazione de La Strega di Salvator Rosa (1615-1673). L’opera – celeberrimo lo studio che Umberto Eco gli dedicò nel 2007 in Storia della bruttezza –, è una maestosa tela, di oltre due metri di altezza, che raffigura la sconvolgente figura solitaria di una vecchia strega nuda che emerge dall’oscurità. Si tratta in assoluto del più grande tra i dipinti di streghe di Rosa, caratterizzato da una potenza espressiva che lo distingue dalle altre sue opere dell’artista dedicate al tema, molte delle quali commissionate da mecenati fiorentini, come nel caso di una composizione polifigurale, eseguita per Bartolommeo Corsini e ancora oggi visibile a Palazzo Corsini a Firenze.
La Strega fu dipinta tra il 1647 e il 1649, verso la fine del soggiorno fiorentino di Rosa. Nato a Napoli, l’artista è anacronisticamente considerato un’icona del Romanticismo, ma fu durante la sua permanenza a Firenze (1640-1649), dove giunse su invito del cardinale Gian Carlo de’ Medici, che si affermò precocemente per i suoi poetici dipinti a figura singola di poeti, filosofi e autoritratti. In quegli anni, Rosa si sviluppò anche un vivo interesse per il tema della stregoneria, che esplorò sia nella pittura che nella poesia. La sua lirica intitolata La Strega (1645) descrive una fattucchiera alle prese con la magia oscura, richiamando in molti aspetti la scena raffigurata nella nostra tela. Troppo grande per essere nascosta dietro una tenda, eppure orgogliosamente firmata dall’artista con le proprie iniziali, la destinazione originaria di quest’opera resta ancora sconosciuta, così come la sua iniziale provenienza.
Dalla fine degli anni quaranta del Seicento, periodo in cui il dipinto fu realizzato, la conoscenza dei fattori sociali ed estetici che sottendono a questo tipo di immagini è profondamente mutata. Ispirata in parte dal sopracitato studio di Eco sull’estetica della bruttezza, la National Gallery di Londra ha allestito nel 2023 la mostra The Ugly Duchess, dedicata all’omonimo ritratto grottesco di Quinten Massys. Parallelamente, numerosi studi sulla ritrattistica femminile hanno indagato le diverse modalità in cui la donna è stata idealizzata o demonizzata nel XVI e XVII secolo. Un’iconografia che ha avuto influenze fino al secolo scorso e che annovera opere iconiche come la serie Women di De Kooning, oltre a dipinti di artisti più recenti come John Currin e Lisa Yuskavage.❖